Archivio mensile: novembre 2012

Le locuste prossime venture

Questa è la prima volta che parlo esplicitamente di politica in questo blog, solo quattro giorni fa avevo scritto che lo avrei fatto solo in casi disperati.

Questo è un caso disperato.

Cari signori del centrosinistra e in particolare del Partito Democratico, cosa aspettate a fornire dei dati aggiornati sulle primarie che si sono svolte ieri?

Mentre scrivo (2012/11/26 12:50) il vostro sito ufficiale è fermo alle ore 02:25:50 di questa notte con 3992 seggi scrutinati su 9232. Personalmente non pretendo i risultati definitivi – c’è sempre il seggio dove non hanno capito niente e hanno sbagliato tutto – mi basterebbe che adesso ci fosse qualche migliaio di seggi in più e ogni tanto se ne aggiungesse qualche centinaio. Sarebbe sufficiente a dar l’idea che le cose stanno procedendo, con un po’ di fatica, ma procedendo.

Vi rendete conto che state bruciando in poche ore tutto quanto avete costruito nel tempo?

Cosa io intenda con “nel tempo” richiede una premessa.

Per quante volte io possa aver votato centrosinistra nelle ultime tornate elettorali, io non sono un elettore di sinistra. Io sono nato nel 1956 e durante la mia formazione politica la gran parte di coloro che erano di sinistra si dividevano fra quelli della generazione di mio padre, convinti che Stalin fosse buono, e quelli della mia generazione convinti che Mao fosse meglio. C’erano tutte le ampie sfumature di contorno, ovviamente, ma la sostanza era quella.

In ogni caso essere di sinistra implicava sia un certo insieme di idee, variegate e internamente litigiose quanto si vuole ma ragionevolmente identificabili, sia un certo, invidiabile, senso di appartenenza. Essere di sinistra implicava anche appartenere – o anche solo credere di appartenere, ma dal punto di vista della psicologia delle masse non fa molta differenza – ad un mondo capace di una visione strategica e, soprattutto, di efficienza nel perseguirla.

Bene, cari signori del centrosinistra e in particolare del Partito Democratico, vi rendete conto di quale spettacolo state dando?

Poco importa chi risulterà vincitore fra Bersani e Renzi domenica 2 dicembre: adesso state rovinando tutto ciò che avete costruito dal 25 aprile 1945 ad oggi, allora su posizioni inevitabilmente e storicamente staliniste, poi di eurocomunismo, poi sempre più ampie sino a ricomprendere aspetti della socialdemocrazia e del mondo cattolico.

Se non convincete il popolo sovrano che adesso non stanno accadendo pasticci – non parlo di brogli, parlo dell’incapacità di contare sino a qualche milione in modo affidabile – alle prossime elezioni non solo sfumerà quella possibilità di costruire quell’autonoma maggioranza di governo, che molti attribuiscono a Renzi, ma crollerà anche la voglia di votare Bersani, per tanti che di sinistra non sono ma che ci si adatterebbero, oggi, volentieri – dico volentieri –, come male minore.

Se non torna, almeno, quell’efficienza che tutti riconoscevano al vecchio Partito Comunista Italiano, gli italiani non andranno a votare.

I voti si disperderanno in rivoli e rivoletti e il vincitore sia per maggioranza relativa sia, temo, per maggioranza morale sarà Beppe Grillo.

Nella migliore delle ipotesi avremo, dopo mesi di litigi, un nuovo, fragilissimo, governo Monti che dipenderà da una larga intesa, litigiosa e ancora più scadente di quella che lo sostiene oggi, o qualche terribile pastrocchio in cui il M5S avrà dominante voce in capitolo.

Ci siamo indignati quando Silvio Berlusconi ha detto semiprivatamente sciocchezze sul posteriore del Cancelliere della Repubblica Federale di Germania, vi immaginate quando qualche ministro imposto da Beppe Grillo lo manderà esplicitamente e direttamente affanculo?

Allora muovete il vostro, di culo, e dimostrate che non vi siete fermati con i numeri, perché avete scoperto che quella di ieri era veramente solo una sceneggiata per circuire gli imbecilli e adesso state litigando perché, visto il risultato della partita, qualcuno vuole portarsi via la palla.

Aggiornamento delle 18:33

Ad un ennesimo controllo trovo che la pagina dei risultati è stata aggiornata: mancano solo pochissime sezioni.

 

I commenti sono chiusi: questo è uno sfogo non una discussione.

 

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Dibattito Scienza – Le risposte del centrosinistra

Hanno risposto!

Hanno risposto cose sensate?

Qualcuna sì, qualcuna no, la maggior parte indifferenti rispetto allo spirito con cui abbiamo fatto le domande – o, perlomeno, allo spirito che io attribuivo alle domande che abbiamo formulato nel gruppo di facebook Dibattito Scienza.

Non ho la minima intenzione di riportarle qui, se volete potete leggervele sul sito di Le Scienze

Primarie del centro-sinistra, le risposte su scienza e ricerca

Non ho nemmeno la minima intenzione di commentarle una ad una, per due motivi fondamentali.
Il primo motivo è che mi sono ripromesso di non parlare di politica in questo blog – se non in casi disperati – e una valutazione “politica” delle risposte dei politici, sarebbe in contrasto con questa mia ferma decisione.
Il secondo motivo è più tecnico: nella maggioranza dei casi non avrei la sufficiente competenza per valutare la correttezza delle opinioni di questi cinque candidati a candidarsi Presidente del Consiglio.

Dal punto di vista politico, mi sembra giusto, però, ricordare che i cinque hanno risposto come candidati ad elezioni primarie, quindi in competizione fra di loro nella prossima votazione del 25 Novembre, alla quale parteciperanno solo coloro che – tendenzialmente – ritengono, oggi, di voler votare l’anno prossimo per il centro sinistra. Mi sembra ragionevole supporre che qualche risposta potrebbe essere abbastanza diversa se destinata fra qualche mese a tutti gli elettori italiani; adesso probabilmente hanno troppa paura di scontentare il loro specifico elettorato.

Però qualche sassolino dalle scarpe – a costo di violare leggermente la mia decisione di non parlare di politica in questo blog – me lo voglio togliere.

1. Quali politiche intende perseguire per il rilancio della ricerca in Italia, sia di base sia applicata, e quali provvedimenti concreti intende promuovere a favore dei ricercatori più giovani?

Puro politichese per tutti, però temevo peggio: almeno, ferocemente sollecitati da un gruppo d’opinione di settore, sembra che abbiano capito la domanda. Nessuno di loro ha risposto che l’Italia della ricerca non sa cosa farsene, visto che è un paese a vocazione turistica.

2. Quali misure adotterà per la messa in sicurezza del territorio nazionale dal punto di vista sismico e idrogeologico?

Politichese anche qui. Però fanno qualche proposta, ipotizzano qualche priorità, qualche modo – magari velleitario, vista la crisi e i vincoli europei – per reperire i fondi. Temo che fra il dire e il fare ci sarà di mezzo un largo mare, sia per quelli che masochisticamente vogliono centralizzare tutte le decisioni, sia per gli imprudenti che vogliono affidarsi alle risorse amministrative locali.

3. Qual è la sua posizione sul cambiamento climatico e quali politiche energetiche si propone di mettere in campo?

Quando si doveva decidere quali domande fare, io avevo proposto di eliminare questa domanda, almeno per la parte riguardante il cambiamento climatico: troppo di politica estera e poco di politica interna, c’era il rischio che per fare bella figura “ideologica” con la prima parte partissero per la tangente nella seconda. E così è avvenuto.

Bruno Tabacci è l’unico a ricordare che in confronto a quanto stanno facendo Cina e India, qualsiasi politica italiana e persino europea sarebbe praticamente ininfluente sulle emissioni di anidride carbonica mondiali e propone un mix ragionato – ho scritto ragionato, non adeguato – di soluzioni. Tutti gli altri sostanzialmente dicono: “come sarà verde la mia valle”, nessuno vuol farsi scavalcare a sinistra.
Il massimo è Vendola che arriva a proporre di portare: «in produzione tutti gli invasi esistenti svuotandoli dai fanghi e integrandoli con i sistemi fotovoltaici anche con la ricarica notturna dei bacini.» Nichi, guarda che i bacini idroelettrici italiani sono già il fiore all’occhiello della nostra gestione energetica, li si ricarica proprio di notte usando energia elettrica prodotta con impianti in momentanea sovrapproduzione – solitamente quelli nucleari francesi – e che non li si può ricaricare di notte con l’energia solare, perché di notte fa buio, magari potrebbe tirar vento ma di luce proprio non ce n’è.

4. Quali politiche intende adottare in materia di fecondazione assistita e testamento biologico? In particolare, qual è la sua posizione sulla legge 40?

Domanda ideologica come nessun altra e risposte altrettanto ideologiche: non voglio affrontarle anche perché non sono poi così diverse fra di loro.
L’unico che si stacca nettamente è Bruno Tabacci, il quale sostiene che idratazione e alimentazione forzata NON sono accanimento terapeutico, anche se somministrate a chi avesse esplicitamente e inequivocabilmente dichiarato di non volerle subire. In questo specifico caso esprimo il mio più profondo dissenso politico.

5. Quali politiche intende adottare per la sperimentazione pubblica in pieno campo di OGM e per l’etichettatura anche di latte, carni e formaggi derivati da animali nutriti con mangimi OGM?

Questa è una delle domande che mi importavano maggiormente.

Ed era una domanda estremamente specifica: chiedeva se sei favorevole o no alla sperimentazione – sperimentazione non produzione – in campo aperto degli organismi geneticamente modificati e se sei favorevole o no all’etichettatura dei prodotti “derivati da animali nutriti con mangimi OGM”.

Tutti e cinque vorrebbero l’etichettatura di cui sopra. E la cosa non mi sta male, se praticamente ogni cosa che mangiamo venisse etichettata come derivata da OGM, o il popolo italiano diventerebbe il più snello e in forma del pianeta o, forse, si accorgerebbe che non sono poi così pericolosi.
Tutti e cinque partono per la tangente parlando di unicità della nostra produzione agroalimentare e via dicendo. Solo Tabacci e Bersani si dicono esplicitamente disposti alla sperimentazione in campo aperto, con tutti i controlli del caso.

Pierluigi Bersani, però, asserisce che i prodotti caseari italiani DOP sono fatti con latte di vacche non alimentate con OGM. E qui casca l’asino, perché è impossibile che chi è stato presidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna non sappia che il parmigiano reggiano non esisterebbe senza soia e mais transgenici importati dall’estero, così come tutto il burro prodotto con panna di affioramento residua della lavorazione di questo formaggio, così come il latte proveniente dalle stesse stalle e non destinato alla caseificazione, eccetera, eccetera. Visto che per chi è in quella posizione è impossibile non sapere, ne devo dedurre che propina ai suoi elettori una “pia fraus”: contenti loro…

6. Qual è la sua posizione in merito alle medicine alternative, in particolare per quel che riguarda il rimborso di queste terapie da parte del SSN?

Qui si scopre che Laura Puppato potrebbe non aver fatto la vaccinazione antinfluenzale e aver preferito una preventiva cura omeopatica 🙂 Contenta lei… meno contenti coloro che non vorrebbero che questo tipo di “pratiche terapeutiche” fossero a carico del SSN, ma non si può pretendere che un candidato sappia che cos’è il numero di Avogadro.

Gli altri danno risposte più sensate, si ricordano che fra le cure alternative non c’è solo l’omeopatia e richiedono un’accurata validazione scientifica prima che lo stato scucia un euro: tutto sommato non troppo male come risposte, anche se per ognuna si potrebbe trovare qualcosina di stonato. Ma è poca roba e sono fin troppo coraggiosi, visto il loro elettorato di riferimento.

Persino Vendola si mantiene ragionevolmente equilibrato e attento alla validazione scientifica, però sguscia rapidamente via e approfitta del fatto che questa era l’ultima domanda per proporre di parlare d’altro: di scuola, di corruzione, di valori “diversi”. Scelta coerente con il suo personaggio politico, ma a me viene il sospetto che abbia cercato di distrarre il suo elettorato dalla propria risposta – direi corretta – a questa domanda. E questa è la seconda e ultima considerazione politica che faccio in questo articolo.

 

Finisco qui.

Siete liberi di dissentire da tutto ciò che ho scritto e di commentare questo articolo; vi ricordo solo qual è la mia politica sui commenti e vi avverto che prima che possa approvarli ci potrà volere qualche tempo.
Se i commenti dovessero debordare per numero o virulenza, vi chiedo scusa in anticipo ma dovrò chiuderli: in questi giorni non sarei in grado di gestirli adeguatamente.

 

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Dibattito Scienza – Si parte

Dibattito ScienzaPochi giorni fa è stato costituito su facebook il gruppo aperto Dibattito Scienza, con lo scopo di “esortare” i cinque candidati alle primarie del centro–sinistra a chiarire la propria posizione politica sulla scienza, in tempo utile affinché i simpatizzanti per quell’indirizzo politico possano decidere chi votare anche in base a questa informazione.

Rivolgersi a loro è un puro accidente del caso, dovuto al fatto che sino a questo momento si tratta dell’unico raggruppamento che ha chiaramente scelto il metodo delle primarie per stabilire chi sarà il proprio leader alle prossime elezioni politiche. Le stesse esortazioni saranno rivolte anche ai canditati di qualsiasi raggruppamento o partito che sceglierà lo stesso metodo di selezione del leader.

Sono state proposte alcune domande, le abbiamo valutate, discusse, criticate e alla fine ne sono state redatte sei, in una versione che ha tenuto democraticamente conto delle idee di tutti.

Le potete leggere sul sito di Le Scienze che si è offerto di ospitarle, in quanto testata giornalistica di divulgazione scientifica in grado di dare la massima visibilità a Dibattito Scienza.

Primarie, sei domande per la scienza

Le riporto qui di sotto (in formato grafico, non voglio che si possa pensare che cerco di farmi bello del lavoro comune, e in questo modo non saranno indicizzate).

Le domande di Dibattito Scienza del 15 novembre 2012

Adesso dobbiamo aspettare che i politici rispondano, ammesso che si degnino di farlo  – e se non si degnano è una risposta anche quella, preoccupante ma pur sempre una risposta – dopo di che ognuno di noi avrà qualche informazione in più per scegliere, soprattutto se sarà possibile raccogliere le idee in proposito dai candidati a candidarsi Premier di tutti gli schieramenti.

Proprio perché è indispensabile dare la massima pubblicità a quest’iniziativa che, ripeto, è rivolta a tutti coloro che si prongono di governare l’Italia, vi chiedo di condividere questo articolo o, se preferite e sarebbe ancora più utile, la pagina di Le Scienze.

Per ovvi motivi sono inibiti i commenti a questo articolo.

 

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