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Cosa volete farci, ho cinquant’anni più di lui, ogni tanto mi vien voglia di parlarvene

I misteri del tavolino a tre gambe

No, non sto tralignando dalle mie abitudini che farebbero sembrare l’UAAR una congregazione dedita alla celebrazione di riti apotropaici durante i plenilunii.

È che oggi si festeggia il quarantottesimo Carnevale della Matematica, magnificamente ospitato da MaddMaths! e dedicato al Math Awareness Month.
(Ci sono anch’io, con la prima parte di un articolo che lavoro e famiglia non mi hanno permesso di completare).

Dopo pranzo ho trovato il tempo di fare un primo giro dei link e sono stato colto dalla solita vertigine, una vera e propria sindrome di Stendhal, di fronte alla meraviglia per tutte le cose che non so.

Ci sono alcuni articoli dedicati all’interpretazione ed analisi dei dati che mi hanno fatto tornare alla mente la scena del film “A Beautiful Mind”, in cui John Nash accumula su lavagne e pareti informazioni di ogni genere da correlare fra di loro: quindi, prima di mettermi anch’io a blaterare in pubblico frasi sconnesse sull’ipotesi di Riemann, decido di andare a farmi un caffè.

Al tavolo c’è mio figlio che ha appena finito di costruire un animaletto con cinque stuzzicadenti e dei groppi di scoccio: «Papà, perché non toccano tutte e quattro le zampe?».

Non è lui che è un genio di quasi sei anni, anche il figlio dell’uomo delle caverne – quello che, notoriamente, ai miei tempi, viveva sulle palafitte – alla stessa età ha sicuramente posto la stessa domanda al padre, sono io che mi lascio sopraffare dalla voglia di raccontargli quello che ho imparato nei cinquant’anni che ho più di lui.

Comincio a fargli vedere che gli stuzzicadenti si appoggiano a tre per volta sul piano del tavolo, poi prendo uno dei palloncini che il coniglietto pasquale gli ha fatto trovare nascosti fra i cespugli del giardino dei nonni – lui ha paura che il papà finisca col farlo scoppiare – e cerco di spiegargli che su una superficie curva nello spazio…

Poi mi fermo perché, per continuare in quella direzione, dovrei essere più matto del Nash del film.

«Senti, hai presente il tavolino con tre gambe che i nonni tengono sotto il portico?» È proprio con quello che io, alla sua età, ho “imparato” che per tre punti disposti a caso nello spazio… insomma che il tavolino sta sempre in piedi.

«Sì.»

«Vedi lui che ha tre gambe toccano tutte e tre, se ne avesse quattro, invece, ballerebbe.»

E lui – che scrive poco più del suo nome – prende un foglio di carta e scrive C1P8, il nome del robottino bidone aspiratutto di Guerre Stellari che viaggia dappertutto su tre rotelle.

Taciti, padre orgoglione, prima di rendere pubbliche fantasie di cui potresti pentirti…

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Primo dentino

Il padre orgoglione annuncia l’evento che tutto il pianeta attendeva in preda alle ambasce.

Il primo dentino è caduto e aspetta sotto il cuscino che la fatina dei dentini compia il suo dovere.

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